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Neue Kronen Zeitung

23/08/2007 20951 lettori
5 minuti

Quando si pensa ai giornali più importanti ed influenti del mondo, la mente vola sempre alle grandi testate storiche come il Times, Le Monde, o anche il nostrano Corriere della Sera e per i più smaliziati è possibile citare anche il giapponese Yomiuri Shimbun, il quale pubblica 14 milioni di copie al giorno; ma il giornale in assoluto più letto al mondo è, come avrete già capito dal titolo dell’articolo, il Neue Kronen Zeitung, un quotidiano di formato tabloid pubblicato nel paese a noi vicino, l’Austria. Questo giornale da noi praticamente sconosciuto ha una tiratura di circa un milione di copie al giorno e viene rispettivamente letto da più di 3 milioni di austriaci; poiché l’Austria è un stato con solo 8 milioni di abitanti, questo si traduce nel 43,8 percento del mercato editoriale dei quotidiani (cfr. www.media-analyse.at) Per fare un confronto il secondo quotidiano austriaco, il Kleine Zeitung, raggiunge solamente il 12,2 percento della popolazione. Questa situazione di evidente monopolio è nata attraverso un percorso storico e si ripercuote su tutto il panorama austriaco attuale, creando anche situazioni che ledono la libertà di stampa ed espressione del nostro paese vicino; ma partiamo con ordine.

 

Il Neue Kronen Zeitung “rinasce” nella forma attuale nel 1959 quando il giornalista Hans Dichand, già caporedattore di un altro famoso giornale dell’epoca, il Kurier,  decise di rifondare  il Kronen Zeitung, un quotidiano che prima della seconda guerra mondiale era già diventato il più famoso e venduto in tutta l’Austria ma che venne chiuso dalle autorità naziste negli anni della guerra. Il nome nasceva non dal riferimento alla corona imperiale ma invece al prezzo di copertina, appunto una “Krone”, un prezzo  bassissimo per l’epoca ma reso possibile dall’eliminazione della tassa sulla stampa in tutto l’impero austro-ungarico a partire dal primo gennaio 1900, data dell’uscita del primo numero.

 

Ma torniamo al 1959: Dichand insieme ad alcuni redattori del Kurier intraprese questa nuova avventura editoriale e in pochi anni riuscì a conquistare tutto il pubblico austriaco soprattutto attraverso un giornalismo prettamente populista e rivolto al lettore medio, basandosi sul formato dei tabloid inglesi e soprattutto con l’uso di poco testo e molte immagini esplicative.

 

Ma il Neue Kronen Zeitung (così venne cambiato il nome a partire dal 1971, anche se per molti lettori rimane sempre semplicemente “il Krone”.) si distingue dai tabloid inglesi o da un altro suo cugino, il Bild della Germania, attraverso un giornalismo sì populista e semplice, ma mai scabroso o rivolto solamente allo scandalo, un giornalismo che cerca di riflettere e anche anticipare le idee dell’opinione pubblica, anche attraverso le sue famose colonne redatte da personalità famose austriache, tra cui per esempio anche il vescovo di Vienna, seguitissime da tutti i lettori.

 

Hans Dichand riuscì da tutte le sue avventure editoriali a creare un successo, oltre che attraverso il suo giornalismo sopraffino, anche grazie a innovazioni nella produzione e  distribuzione, e il Kronen Zeitung ne fu l’esempio massimo. L’anno della svolta è il 1962: Dichand si mise d’accordo con il diretto concorrente dell’epoca, il Kleine Volksblatt, per passare al grande formato (broadsheet) come la maggior parte dei giornali dell’epoca. Ma invece di rispettare gli accordi, il Krone Zeitung rimase nel suo tipico formato tabloid, guadagnando 50.000 lettori in un sol colpo e  criticando apertamente in prima pagina il cambiamento del diretto concorrente. Nello stesso anno Dichand introdusse i Sonntagsstandl (“espositori domenicali”): poiché i venditori di giornali e i tabaccai decisero di tenere i propri esercizi chiusi la domenica, il Neue Kronen Zeitung venne venduto in apposite sacche appoggiate vicino agli angoli di tutte le strade, con sopra una cassettina per i soldi del prezzo e la buona volontà dei lettori a non rubare la versione domenicale. Questa idea venne da subito schernita da tutte le altre testate, ma ebbe un grandissimo successo di pubblico, il quale poi iniziò a leggere anche le uscite settimanali; tutti gli altri giornali poi iniziarono ad usare questo metodo per l’uscita domenicale e l’idea venne poi esportata anche in molti altri paesi del mondo, modificando, si può dire, il mercato editoriale mondiale.  Questo metodo, sebbene non sia molto lucrativo a livello economico a causa dei furti di giornali e denaro, a dimostrato di essere un ottimo sistema per creare una cerchia di lettori fedeli e per creare una complicità indiretta tra compratore ed editore, il quale si fida dei propri lettori, i quali pagheranno anche senza essere controllati, per la qualità del giornale.

 

Il quotidiano austriaco è sempre stato rivolto alla conquista del mercato, a volte anche con metodi non del tutto leciti, nel 1970 venne per esempio comprato un giornale concorrente “Express” solamente per chiuderlo poco tempo dopo. Ma le critiche maggiormente rivolte sono soprattutto verso i suoi contenuti e alla sua posizione di monopolio per l’Austria, che lo trasforma a volte in voce arrogante del popolo. Quando nel 2002 venne trasmesso un documentario apertamente critico sul giornale, “Kronen Zeitung – Tag für Tag ein Boulevardstück“, da canale Arte, questo venne eliminato dalla presentazione dei palinsesti quotidiani, procurando una indiretta perdita di telespettatori. Questo documentario non venne mai presentato dalla televisione pubblica austriaca, ORF, e questo fatto viene visto da molte parti appunto come segno della situazione di monopolio del Neue Kronen Zeitung in Austria.

 

Altre volte il quotidiano è stato criticato per le sue campagne contro idee politiche o contro gli immigrati, arrivando anche a volte ad idee antisemite in alcune sue colonne di commento, o anche per i suoi voltafaccia, con cambiamenti di opinione in base alle versioni regionali, o per il riportare notizie senza essere state controllate, ma solamente per creare un effetto di sensazionalismo.

 

Il Neue Kronen Zeitung è in conclusione un giornale unico nel suo genere, di cui sicuramente non esiste paragone in Italia, che attraverso una fusione tra sensazionalismo da tabloid, populismo e comprensione della società austriaca è riuscito, anche con innovazioni editoriali, a conquistare tutto il mercato austriaco. Forse questo quotidiano non è da prendere come modello per un ottimo giornalismo, ma è sicuramente un interessante fenomeno nel panorama editoriale. E se capitate a Vienna un uno dei famosi caffè, non dimenticate di chiedere “ein Krone, bitte”, per poter capire questa realtà austriaca, così vicina, eppure così lontana.

Paolo Manganiello
Paolo Manganiello

Per informazioni --> http://paolomanganiello.pa.ohost.de